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lunedì 19 maggio 2008

La Regione respinge la Variante di Poggio

Pubblico integralmente l'articolo dell'Unione, riportato nel sito della Regione Sardegna (clicca qui) che fornisce importanti novità sulla questione Variante.


Poggio dei Pini, stop alle nuove ville
19.05.2008

Bloccati i 187 nuovi lotti previsti dalla variante urbanistica
L’intesa regionale dice no alle nuove ville nel centro residenziale di Poggio dei Pini. La variante di lottizzazione dovrà essere discussa nel Puc. Inammissibile, dunque bloccata. Per la variante al piano di lottizzazione di Poggio dei Pini, voluto con forza dal Consiglio di amministrazione della coop che governa il centro residenziale e poi accolto lo scorso ottobre dall’Assemblea civica di Capoterra, è arrivato ora lo stop della Regione. Un no deciso scritto a chiare lettere durante la riunione della cosiddetta intesa, l’istituto che consente, durante l’adeguamento dei piani urbanistici comunali al Ptp, di attivare gli interventi coerenti con le disposizioni paesaggistiche. Sta di fatto che l’idea di realizzare a Poggio (e in particolare nelle storiche pinete di Pauili Ara e Sa Birdiera) 189 nuovi lotti per una volumetria pari a un milione e 391 mila metri cubi e una superficie di 244 mila e 786 metri quadri, è stata ritenuta assolutamente inaccettabile. Incoerente, appunto con il Piano territoriale paesaggistico regionale perché le nuove ville, le future abitazioni che avrebbero dovuto portare nella lottizzazione di Capoterra tremila e duecento nuovi residenti rispetto ai duemila attuali, sarebbero spuntate troppo vicino al lago, al rio San Girolamo, in area boscata e sotto le pinete. Insomma, dopo le durissime polemiche venute a galla alla fine dello scorso anno tra i dirigenti della coop e la stragrande parte dei residenti, da subito contrari a una variante di lottizzazione ritenuta in contrasto con lo spirito che aveva animato (e continua a farlo) le scelte di vita dei pionieri e degli attuali poggini, la questione sembra prendere una piega diametralmente opposta a quella pensata, studiata e difesa dal Consiglio di amministrazione guidato dal presidente Giovanni Calvisi. Che aveva più volte puntualizzato lo “spirito ecologista” della variante, capace di rinunciare a 406 mila e 379 metri cubi di cemento rispetto a quelli previsti e dunque edificabili con il vecchio piano di lottizzazione del Settanta. Per il Cda della cooperativa di Poggio dei Pini, inoltre, i lotti e quindi le nuove abitazioni (lo aveva detto esplicitamente il presidente) «non saranno concentrate in un’unica area e di sicuro non in zone di pregio. Incidendo in modo marginale sulle pinete di Sa Birdiera e Pauliara». Per Franco Magi, consigliere dell’opposizione ma anche poggino, «dopo gli errori sostanziali di chi aveva previsto di urbanizzare le pinete, anche la Regione ha certificato l’inammissibilità tecnica della variante poroposta dal Cda della cooperativa. Ciò ha confermato che la nostra risorsa non sono i metri cubi ma il verde che caratterizza il nostro splendido poggio». Insomma, il cemento potrà attendere. “Non rientra tra i casi contemplati dall’articolo 15 del Ppr”: così la motivazione ufficiale dell’intesa. Riunione a cui hanno partecipato il direttore generale dell’Urbanistica regionale, Paola Lucia Cannas, il dirigente Giuseppe Biggio, l’assessore comunale Efisio Arrais, l’ingegner Sergio Garau e il tecnico Pina Lai per il Comune di Capoterra. Un incontro in cui è stato confermato quel che a Poggio dei Pini non erano in pochi a dirlo: e cioè che è inverosimile sostenere che siano ancora valide le volumetrie del vecchio piano di lottizzazione del 1970. Non una variante, insomma, ma quella proposta dal Cda sarebbe una vera modifica al piano urbanistico comunale. Perché una aumento così consistente di residenti, tra l’altro in un’unica zona, non può essere approvato dalla Regione.

Andrea Piras
Immagine: monkeyc.net

6 commenti:

Giorgio Plazzotta ha detto...

Corrado Serra ci scrive:

Bocciatura della regione,nessuna nuova costruzione anche nelle pinete di Pauliara e sa Birdiera,ennesima sconfitta del consiglio di amministrazione guidato dal presidente Giovanni Calvisi!!!Speriamo che si renda conto che forse è arrivato il momento di mettersi da parte!!!!!!!Corrado Serra

Anonimo ha detto...

Chi pagherà i danni? chi risarcirà i Soci delle inutili spese sostenute per la elaborazione di un piano di lottizzazione ritenuto dalla regione irrealizzabile?
Pasqualino, che in sintonia con il Cda voleva urbanizzare le pinete storiche nel quale si vantava di correre, novello Consigliere di Amministrazione, si accorgerà che "forse" qualcosa non è andata per il verso giusto?
Poi parlano di fallimento della Cooperativa?
L'unico vero fallimento è l'operato dell'attuale Consiglio di Amministrazione.

Claudio Magi

Anonimo ha detto...

Da Ceccarelli Silvio.

Da profano, da non tecnico, anch'io avevo avuti forti dubbi sulla possibilità di ottenere dalla Regione un via libera al progetto così come era stato presentato. E oltretutto ritenevo molto ingenua l'aspettativa dedgli amministratori che la Regione approvasse comunque il piano con la promessa fatta in assemblea che in tempi successivi loro avrebbero evitato di costruire o far costruire nelle zone di pregio o sottoposte a vincoli. In questi organismi siede gente seria, che deve far rispettare le leggi. Ma cosa si aspettavano gli amministratori e il CDA?
Piuttosto sarebbe interessante intervistare il tecnico progettista su quale mandato abbia lavorato. Se non ha degli obblighi deontologici che dovrebbero imporgli di rispettare le normative vigenti in materia edilizia. Per quale motivo le ha ignorate. Se per incassare una comunque ricca parcella ha assecondato il delirio di onnipotenza di chi si crede il padrone del Poggio.
Ha ragione Claudio. Chi ci indennizzerà del danno economico derivante da questo progetto? Se facesi parte del comitato spontaneo non mi tarderei in sterili polemiche, ma avvierei da subito un'azione di responsabilità verso i responsabili per il recupero del danno subito.

Quando ieri ho scritto il mio commento all'articolo di Giorgio non ero ancora a conoscenza della bocciatura del piano. Il post voleva solo dare delle indicazioni di buona amministrazione. Oggi che abbiamo la quasi certezza che alla società non arriverà altro denaro se non le quote dei contributi dei soci l'argomento diventa di straordinaria attualità.
Il sistema di gestione fino ad oggi tenuto, che prevedeva di utilizzare anche i proventi della vendita dei lotti per far fronte alle spese di ordinaria amministrazione, non è più attuabile a meno di vendere gli immobili, eventualità che ritengo nessuno voglia.
Vorrei quindi invitare chi ha a cuore l'avvenire della cooperativa ad esprimere le proprie idee, le proprie conoscenze e a fare eventuali proposte, in un sereno dibattito che ci consenta di progettare un nuovo futuro per questa società.

Giorgio Plazzotta ha detto...

Rispondo a Claudio ammettendo ignoranza sul piano giuridico. Non mi sembra corretto parlare di "danni" quando una amministrazione commette degli errori, come nel caso della Variante. Forse sarebbe diverso se vi fossero stati degli illeciti, ma in questo caso devono essere esclusi.
Il CdA della Poggio dei Pini, eletto democraticamente alcuni anni or sono dalla maggior parte dei soci che si presentò al voto in quella occasione, è il legittimo rappresentante degli interessi della cooperativa Poggio dei Pini. Detto questo lo stesso CdA ha gestito tutta la vicenda variante con (e vai con gli aggettivi): superficialità, ignoranza, mancanza di rispetto nei confronti dei soci, mancanza di trasparenza, carenza e imprecisione nell'informazione ....
Di conseguenza è stato certamente creato un danno che, escludendo quello relativo all'immagine, è riferibile alle spese (ancora clamorosamente ignote) imputabiili alla consulenza dei progettisti di questa variante che è ormai carta straccia e alle spese interne relative alla stessa attività.
Si è trattato, e questo è ormai indifendibile anche dai più accesi cavillisti che una volta popolavano questo blog, di un grave è dispendioso ERRORE e di un assurdo spreco di denaro.
Nonostante ciò, non capisco come si possa pretendere che i nostri rappresentanti, democraticamente eletti e democraticamente riconfermati, debbano risarcire alcunchè a causa dei propri errori di gestione. Scusate ma mi sembra una pretesa campata per aria. Se i poggini lo vorranno riporranno la propria fiducia in altri amministratori.

Anonimo ha detto...

Certamente non riporranno la fiducia in questi amministratori: ma il problema è che la legge presuppone che gli Amministratori, nell'adempimento dei propri doveri, adottino una diligenza professionale.
Viene da chiedersi: poteva un professionista non sapere che le attuali leggi non consentono l'edificazione in riva al lago?
A Voi la risposta.

Claudio Magi

giacomo ha detto...

Ciao a tutti, diciamo che la frase più appropriata è secondo me questa " dopo il danno la beffa ", per me ci sono delle responsabilità e di conseguenza si dovrebbero dimettere da ogni incarico i responsabili dell'urbanistica e degli affari tecnici del Poggio, per aver scelto senza un criterio adeguato i nuovi lotti e per non aver saputo coinvolgere tutte quelle persone che avrebbero potuto dare una mano d'aiuto nell'elaborare un progetto degno di tale nome, eccesso d'orgoglio?? potrebbe anche essere così ma non è una giustificazione valida.

Ora per il Poggio servirebbe invece superare tutte ( tranne quelle di alcune dimissioni inevitabili )le questioni per ritrovare una coesione ed una unione ferrea tra tutti al fine di poter trovare nuove idee e nuove proposte per mandare avanti la baracca, perchè penso che sia abbastanza grave anzi gravissimo quanto avvenuto.

Le idee per prima cosa come dice Silvio Ceccarelli e concordo, e cito una frase che mi piace molto:

Imagination is more important than knowledge - by A. Einstein

Cordiali saluti
Giacomo Cillocu

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